In Islanda, ogni anno, tra la fine di Gennaio e la fine di Febbraio, si tiene la festività di Thorrablot (Þorrablót) molto particolare soprattutto per i cibi che vengono consumati per l’occasione.
Prima di parlartene, però, voglio darti alcune brevi informazioni su questa nazione del nord Europa.
Sono certo che leggendo tutto l’articolo comprenderai il motivo di questa breve digressione.
L’Islanda è un paese insulare nordico che si trova nell’Oceano Atlantico.
La sua capitale Reykjavík è posizionata precisamente a sud-ovest dell’isola nel golfo Faxaflói.
Il primo insediamento dell’Islanda risale all’874 d.C. ma fu solo nei secoli successivi con l’arrivo degli emigranti norvegesi e scandinavi che la popolazione iniziò ad aumentare.
Fino al XX secolo, l’Islanda faceva affidamento principalmente sulla pesca di sussistenza, sull’allevamento e sull’agricoltura.
La festività di Thorrablot (Þorrablót), detta anche Festa di metà Inverno, ha origini vichinghe e si svolge nel mese di Thorri (Þorri), quarto mese d’inverno nell’antico calendario islandese. In questi giorni molte associazioni organizzano feste durante le quali gli abitanti si raccontano storie, leggono poesie, cantano canzoni tradizionali, ballano e fanno festa fino al mattino.
Ciò che interessa di più ai turisti di tutto il mondo, però, è il menù della festa, composto dall’antico cibo tradizionale islandese delle origini. Al giorno d’oggi, questi piatti, vengono consumati principalmente durante questa ricorrenza. Le famiglie locali si nutrivano di questi prodotti solo perché dovevano sopravvivere al freddo inverno, in epoche ben diverse da quella attuale.
Sono pochi i temerari che riescono a gustare queste specialità, famose per non essere tutte particolarmente invitanti. Io, durante i miei viaggi nel paese, ho potuto assaggiarne alcune tra le più estreme e proverei volentieri anche tutte le altre, perché mi piace gustare e conoscere le tradizioni locali.
I piatti che compongono il menù della festività di Thorrablot.
– Pane di segale (rúgbrauð): solitamente viene preparato in una teglia quadrata, è senza crosta, è piuttosto dolce e ha un aspetto molto scuro. Si conserva a lungo e viene servito con il burro.
– Testa bollita di pecora (svið): è una testa di pecora tagliata in due che viene prima abbrustolita sul fuoco e poi bollita, per essere consumata calda oppure conservata in salamoia.
– Confettura di testa di pecora bollita (sviðasulta): si ottiene facendo cuocere a lungo la testa della pecora fino a quando tutto il materiale non si è staccato. Infine viene pressato e conservato nel siero di latte.
– Agnello affumicato (hangikjöt): è composto da normale carne di agnello che viene fatta essiccare prima di essere servita in fette sottili.
– Rape cotte (rófustappa): In realtà trattasi di un purè di rape che si ottiene facendo cuocere in forno le rape tagliate a pezzi che successivamente vanno messe in padella con poca panna, sale, pepe e infine mescolato fino a quando non si ottiene la consistenza desiderata.
– Pesce essiccato (harðfiskur): il pesce viene fatto essiccare, in alcuni casi rotto a pezzetti e insacchettato per diventare un vero e proprio snack di cui gli islandesi vanno matti. Si accompagna durante il pasto con pane e burro ma è ottimo anche come merenda.
– Grasso di balena (súr hvalur): conservato nel siero del latte oppure al naturale, viene solitamente tagliato in fette molto sottili e consumato crudo. Essendo molto calorico garantiva la sopravvivenza di chi lo possedeva.
– Testicoli d’ariete (súrsaðir hrútspungar): i testicoli dell’ariete vengono prima bolliti, poi pressati in blocchi e infine stagionati in siero di latte prima di essere serviti a fette simili al salame.
– Salame al fegato (Slátur): è un insaccato che viene fatto utilizzando grasso tritato, farina di segale e avena, fiocchi d’avena e il fegato di pecora finemente tritato. È un prodotto molto simile al famoso haggis scozzese.
– Sanguinaccio di pecora (blóðmör): questo alimento si prepara come il precedente utilizzando il sangue della pecora al posto del fegato. In questo caso si ottiene un insaccato molto simile al sanguinaccio.
– Lombo di pecora (lundabaggi): il lombo della pecora viene avvolto nella carne ricavata dai fianchi dell’animale prima di essere pressato e conservato in siero di latte. Viene servito affettato.
– Carne di foca (Selshreifar): anche in questo caso, la carne della foca viene conservata nel siero del latte e infine consumata a fette con il pane di segale.
– Squalo fermentato (hákarl): trattasi della carne dello squalo groenlandese fermentata, che in origine è tossica perché l’animale non espelle l’urina ma elimina le scorie dalla pelle. Grazie a un particolare processo di lavorazione che puoi trovare spiegato molto bene QUI, diventa commestibile anche se non invitante. L’hákarl, infatti, entra a pieno merito tra “gli orrori della cucina” da gustare.
L’Islanda ha sempre avuto inverni molto rigidi e i suoi abitanti dovevano utilizzare tutto quello che avevano per essere certi di sopravvivere. Tutto poteva fare la differenza tra vivere o morire. Di quel periodo, per fortuna, è rimasto solo il ricordo che viene tramandato di generazione in generazione con questa festa che sia gli islandesi che i turisti amano molto.
Se stai pensando a un viaggio in Islanda, magari per vedere l’Aurora Boreale o il Sole di Mezzanotte, scrivimi o chiamami perché potrò esserti d’aiuto. Nel frattempo, ti consiglio di leggere la guida su Cosa vedere a Reykjavik, presente nel sito, per farti un’idea di questa affascinante città.
Fammi sapere cosa ne pensi della festività di Thorrablot (Þorrablót), se assaggeresti il suo speciale menù o se proprio non fa per te. Grazie per aver dedicato una parte del tuo tempo alla lettura del mio articolo e se ti va condividilo per farlo conoscere anche ai tuoi amici.
Góðan daginn e a presto.